22/11 — 23/11/2024
Eventi
OPEN DAYS
22 Novembre, 18-21
23 Novembre, 15-21
Le attività di Scuola Piccola Zattere prendono avvio il 22 e 23 novembre 2024 con l’apertura di una mostra collettiva e con un programma di eventi performativi e talks. In occasione degli Open Days, verranno introdottə lə partecipanti alle prime sessioni di residenza e l’offerta formativa che si svilupperà nei mesi successivi, workshop e seminari concepiti e guidati dallə artistə presenti in mostra e in residenza.
Venerdì 22 novembre alle ore 18 inaugura One Year Score: primo movimento. La mostra collettiva articola il programma di ricerca grazie ai contributi di Ludovica Carbotta, Tomaso De Luca, Maryam Hoseini, Reto Pulfer, Anna Witt e Agnieszka Mastalerz. Attraverso installazioni, dipinti, opere video e azioni performative lə artistə esplorano le relazioni che si instaurano tra spazi e corpi, tra architettura e movimento.
Nel corso dell’inaugurazione si assisterà alle attivazioni performative di alcuni lavori presenti in mostra. In particolare, l’installazione Soft Destructions (2022-24) di Anna Witt diventa il set per performance ASMR che giocano sul sottile confine tra distruzione e piacere sensoriale, riflettendo su esperienze estremamente intime eppure al contempo condivise. L’artista Reto Pulfer, in collaborazione con il polistrumentista e inventore musicale Francesco Gibaldi, darà vita a una performance sonora priva di partiture, basata sull’improvvisazione, che si terrà le sere del 22 e del 23 novembre. L’azione, concepita come un dialogo aperto e un ascolto reciproco tra i due performer, esplora la spontaneità e la risonanza condivisa intrecciando strumenti autocostruiti e voce. Durante gli open days si potrà anche assistere a Le Forze d’Ercole, intervento coreografico concepito da Andrea Canepa (1980, Lima), la prima artista in residenza presso Scuola Piccola Zattere. Andrea Canepa lavora principalmente con installazioni, sculture, tessuti e performance ed è stata invitata a progettare un’installazione permanente site-specific per il Ridotto, spazio contiguo all’ingresso dell’edificio. Pensata come un ambiente esperienziale, l’installazione viene attivata dalla performance iniziale, e successivamente dal pubblico dell’istituzione. Il progetto verrà ulteriormente sviluppato, ampliato e ultimato dall’artista durante la residenza che svolgerà da novembre 2024 a febbraio 2025.
Sabato 23 novembre, dalle ore 15.00, nello spazio Arena si terrà un’introduzione istituzionale sul progetto da parte della direzione artistica, seguita da un intervento del collettivo di design e ricerca Fosbury Architecture sul proprio progetto di definizione funzionale degli spazi dell’istituzione. Lə artistə in mostra presenteranno i loro progetti formativi, che prenderanno la forma di workshop e seminari intensivi che costituiranno il calendario dell’offerta culturale e formativa della Scuola. Verranno infine introdottə lə partecipanti alle prime sessioni di residenza e fellowship Andrea Canepa, Edoardo Lazzari e Diana Anselmo. Ai talk seguirà Autoritratto in tre atti (2021) di Diana Anselmo, lecture-performance che indaga e articola il tema dello sguardo osservandolo da tre differenti punti di vista: Quello proprio – cosa vuol dire abitare un corpo con disabilità? Quello subìto, che introduce il tema dell’intrusività degli sguardi altrui; infine, quello riappropriato, capace di rovesciare l’oggetto in un soggetto che può determinare le sue proprie definizioni. La performance sarà accompagnata dall’interprete LIS Elisa Verrando.
MOSTRA COLLETTIVA
One Year Score: primo movimento
Ludovica Carbotta, Tomaso De Luca, Maryam Hoseini, Agnieszka Mastalerz, Reto Pulfer, Anna Witt
PROGRAMMA PERFORMATIVO
Andrea Canepa, Le Forze d’Ercole
Anna Witt, Soft Destructions
Performance sonora collaborativa di Francesco Gibaldi e Reto Pulfer
TALK
Introduzione al programma artistico e formativo
Presentazione del progetto di Fosbury Architecture
PROGRAMMA PERFORMATIVO
Diana Anselmo, Autoritratto in tre atti
Andrea Canepa, Le Forze d’Ercole
Anna Witt, Soft Destructions
Performance sonora collaborativa di Francesco Gibaldi e Reto Pulfer