Nabil Aniss (Meknès, 1990) è un artista marocchino che lavora con le immagini in movimento, esplorando la complessa relazione tra liberazione politica, insurrezione e corpi emarginati nelle confraternite mistiche del Marocco, in particolare nella sua città natale, Meknès, come i Gnawa, gli Hmadcha e gli Issawa.

Aniss intreccia nel suo lavoro cinematografico documentario, poesia, materiali d’archivio trovati e immagini girate da lui stesso, esplorando collettivamente il potere trasformativo dei suoni, dei movimenti, della trance e dell’automutilazione nel plasmare individui emarginati in catalizzatori di sovversione e liberazione, risvegliando corpi diasporici esausti e frammentati verso una coscienza collettiva predisposta all’azione politica.

Nel suo periodo di fellowship a Scuola Piccola Zattere, Nabil Aniss concettualizzerà la Zaouia marocchina come un dispositif spaziale di resistenza, operante all’intersezione tra pratica mistica ed emancipazione politica. La Zaouia è intesa come un monumento invertito e uno spartito performativo, in cui assenza, risonanza e attivazione incarnata producono spazialità contro-egemoniche.
Il progetto avanza un'ontologia spazio-politica in cui i corpi emarginati riacquistano agentività attraverso architetture di velamento, trasmissione affettiva e organizzazione effimera.